Un giorno alla volta, è un sorso di musica da bere lentamente. Un tocco di musica crescente che si colloca nel passaggio temporale fra l’inverno e la primavera. Le note ti spogliano un po’ alla volta, ti mettono davanti al contesto storico vissuto dal nostro paese in crisi perenne, contradditorio per natura. Un giorno alla volta, come una matrioska da scoprire legno dopo legno dove si incrocia il presente e il passato “l’amore è stato qui, un giorno alla volta.
Sulla nostra pelle sono passate carezze e lividi”. Una riflessione ad occhi semi aperti fra il buio e la luce condita d’amore, delusione, speranza. La melodia non entra nei timpani, la musica fa un altro percorso, si fa largo sottopelle, prima bruciando i capillari, poi lasciando un piacevole gusto profumato di note. Un giorno alla volta manifesto di una generazione capace di riflettere e dialogare sui social, fino a qualche decennio fa i diari erano nascosti nei cassetti, ora sono alla mercè del mondo virtualreale “quello che vedi qui, non c’era prima”.
Un giorno alla volta è una speranza “che porta via i nostri sbagli la dove nessuno li troverà”, uno sguardo al passato “sotto un cielo denso siamo cresciuti qui”. E’ una parola senza memoria “non ha ancora imparato come finisce il film”.
Un giorno alla volta “pochi passi più in la” è il profumo di Fiori che ti accarezza dolcemente.
Di Antonio Montefusco giornalista Il Resto del Carlino @amontefusco71