Un pomeriggio alle Alabahamas

Un sabato pomeriggio di sole vi ho portato con me fin dal citofono del Busker Studio. I Rio tutti, Luca e Nico, il fotografo, mi stavano aspettando; il programma della giornata prevedeva: foto in esterna alle casse di espansione del Secchia, per il disco, per la promozione, per la comunicazione. Insomma.. un sacco di foto.

Last but not least: la diretta per ufficializzare l’uscita del nuovo disco dei Rio.

Partiamo con due macchine, io salgo con Luca, Bronski e Paddo. Andata silenziosa.. o per lo meno io ero concentrata sul telefono a preparare il materiale per l’annuncio.

La giornata è perfetta.

Mentre ci dirigiamo nel punto scelto per i primi scatti, Gio e Nico parlano (guarda un po’) di chitarre, in particolare di quella che ha portato Nico: un raro esemplare di già qualche anno che è andato a prendere personalmente in Olanda. Dice che sognava esattamente quel modello, di quel colore, da sempre, dal momento in cui “da cinno” l’ha vista suonare a Pat Smear nell’unplugged dei Nirvana su MTV.
Un paio di secondi di silenzio.

Vedrete presto quel gioiellino nelle foto che usciranno.

Arrivati alle Alabahamas.
Prime pose e Luca: “No, Bro, il cappello no dai!”
“Ma c’è il sole!”
“Sentiamo un parere femminile! Alice! Cappello: tiene o toglie?”
– Ecco. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Io che di femminile ho comprato un rossetto per la prima volta quest’anno. E poi su Bronski cavolo.. che non ci sono ancora in confidenza.. cioè quel cappello gli sta proprio male, ma ommioddio come faccio a dirglielo? –
Che al di fuori della mia testa è risultato con: “io preferirei senza”.
Fabio è arrivato in mio soccorso con: “ma infatti! E poi c’è già Gio col cappello!”.
Fiuuuuuuuuu..

Passato il momento di panico, mi si riaccende il cervello: anche Luca ha chiamato Bronski “Bro”.
L’epifania!
Capisco finalmente che “Bro” sta, appunto, per Bronski e non per “fratello” in inglese. Prima di allora, avevo sentito solo Gio chiamare Bronski “Bro” e ho pensato fosse perché era Gio ad essere un supergiovaneyoyeah. E invece ero io ad essere stordita! Bene. Ma non benissimo.

Gli scatti procedono e sono belli belli belli.

Primo cambio di location. Una breve camminata in cui Bronski conduce come un impavido sherpa sull’Himalaya, lasciando trasparire la sua voglia di “spicciarsi”.
Nico pianifica i set successivi e chiede se avessero pensato di farli tutti in esterna o anche uno interno.
Dalla cima della spedizione si sente “in esterna! Noi siamo un gruppo all’aperto”.
Ridiamo tutti.

Non dico ovviamente niente, ma Fabio forse è telepatico e risponde alla mia non domanda: “no, a Bronski non piace fare le foto”.